Santi e matti ben lo si sa,
fanno paura all’umanità!
Continuiamo con il nostro viaggio di presentazione della nostra struttura parlando di una stanza dalla dedica molto particolare.
Dopo avervi raccontato qualcosa in più sulla stanza dedicata alla scuola delle ragazze, oggi vogliamo infatti svelarvi quelle piccole sfumature che ci hanno spinti a intitolare una stanza al “matto”.
Come al solito, altre curiosità potete trovarle sulla nostra Pagina Facebook, insieme al nostro piccolo gioco dedicato alla lettura che ogni venerdì prevede un suggerimento e una piccola chiave attraverso la quale scoprire i libri che ci sono piaciuti di più.
In attesa di potervi rivedere dal vivo e ospitarvi nella nostra struttura, non perdiamo altro tempo e partiamo alla scoperta della stanza di oggi.
Una stanza tra genio e follia?
Come vi abbiamo anticipato negli scorsi articoli, ogni nostra stanza è dedicata a un luogo o a un personaggio in qualche modo legati a Introd. In questo caso si parla di una storia davvero affascinante, che vede come protagonista Giorgio detto “il santo” o “il matto”: un abitante di Introd, vissuto nell’800 e considerato da tutti un po’ strano ma anche estremamente altruista, intraprendente e a suo modo geniale.
3 piccole ma affascinanti storie
Gli aneddoti relativi al protagonista della nostra storia sono davvero molti, ma noi ne abbiamo scelti tre che ben rappresentano quel sottile confine tra genio e follia che spesso riesce a dare vita ai progetti migliori:
– Di lui si narra, per esempio, che, poiché la chiesa della sua frazione non aveva la campana (forse sottratta oppure fusa per fabbricare armi in qualche guerra), lui fosse partito a piedi alla volta di Milano, con in spalla un pentolone per la polenta, con cui si fece fabbricare una campana, che potè così portare alla chiesa.
– Si racconta anche che ritenesse che il ponte di Introd, ai suoi tempi ancora quello vecchio, potesse essere ricostruito dove effettivamente ora si trova il ponte nuovo, quando ancora tutti i suoi compaesani pensavano che la posizione da lui indicata fosse tecnicamente impraticabile.
Si dice, infine, che Giorgio fosse convinto che l’uomo potesse volare, pur senza sapere che effettivamente altrove erano in corso esperimenti e la fabbricazione dei primi prototipi, e che di quando in quando tentasse di librarsi nell’aria, attaccandosi alle braccia delle ali costruite con materiali e oggetti di fortuna come grandi cesti, immancabilmente rovinando a terra con vari infortuni.
Come spesso accade alle persone un po’ fuori dagli schemi, a un certo punto le sue stranezze fecero sì che fosse considerato matto e che venisse rinchiuso in un manicomio.
Il Matto – La stanza
A questa stanza si legano anche altre curiosità e storie che siamo pronti a raccontarvi al vostro arrivo in struttura a partire dall’azzurro della parete, che vuole richiamare il colore indaco, estratto dalla pianta del guado, diffusa sulle Alpi Occidentali, e molto utilizzato dai Celti, che in queste zone alpine vissero numerosi lasciando importantissime testimonianze.